Airola. Prosegue la diatriba tra il SAPPE e la Asl di Benevento
Scritto da Pasquale il 19/08/2021
Prosegue la diatriba tra il SAPPE e la Asl di Benevento circa taluni discutibili comportamenti, oggetto di relazioni di servizio, posti in essere da personale sanitario all’interno dell’Istituto penale per minorenni di Airola.
“Ho ricevuto dal dirigente della Asl Antonio Gelsomino Ventucci una lettera – che ha avuto l’ardire di classificare ‘riservata’, pur avendo ritenuto opportuno inviarla anche ad altri undici indirizzi(!) di Autorità ed uffici vari… – con cui cerca di giustificare l’operato di personale della Asl che lavora all’interno dell’Istituto penale per minorenni di Airola rispetto a comportamenti che sono stati invece oggetto di relazioni di servizio da parte del personale di Polizia”, commenta Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE. “Non intendo più entrare nel merito della vicenda: quel che avevamo dire lo abbiamo detto e denunciato pubblicamente e auspico, quindi, che i vertici ministeriali e dipartimentali della Giustizia minorile e di Comunità dispongano con urgenza una ispezione che chiarisca tutti gli aspetti di questa querelle e facciano luce anche su comportamenti disdicevoli e deprecabili, come ad esempio il mangiare la pizza in uffici nei quali sono presenti atti – quelli sì! – riservati. Una cosa è certa: anche gli istituti penitenziari per minori, come le carceri, sono sotto la giurisdizione del Ministero della Giustizia e dunque anche il personale incaricato della Asl deve attenersi scrupolosamente alle disposizioni di servizio vigenti. A Ventucci, che ha l’ardire di giudicare la richiesta di trasparenza del SAPPE una operazione “tesa più a recuperare una verginità perduta a pochi giorni dalla pubblicità riservata ai noti fatti di S.Maria Capua Vetere”, ricordo che l’unica autorità deputata ad accertare i fatti è la magistratura, rispetto alla quale massima è la nostra fiducia come abbiamo detto fin da subito. Credo, infine, che sarebbe molto meglio se anche lui attendesse in silenzio gli esiti delle inchieste giudiziarie, magari concentrandosi di più sulle questioni di casa propria. ….”