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Telese Terme. Manifestazione di solidarietà nei confronti delle donne e dei bambini dell’Afghanistan

Scritto da il 20/08/2021

Su proposta dell’assessore alle Pari opportunità, Filomena Di Mezza, la Giunta Comunale di Telese Terme ha deliberato la Manifestazione di solidarietà nei confronti delle donne e dei bambini dell’Afghanistan.

“Il messaggio lanciato dal regime talebano, «Libertà per le donne nel rispetto della sharia», non ci tranquillizza alla luce degli appelli delle donne afghane che chiedono di non essere lasciate sole di fronte allo spettro della segregazione e della totale soppressione del loro diritto ad essere donne libere ed indipendenti. Le «promesse» di Kabul non ci rassicurano e non intendiamo voltarci dall’altra parte guardando le immagini che arrivano dall’Afghanistan, al grido di dolore delle donne afghane – si legge nel documento -. Il ritorno del burqa, della segregazione e delle lapidazioni in piazza, della totale cancellazione dei diritti di tutte le donne è una sconfitta drammatica ed è una condizione che non può vederci indifferenti”.

Dunque, l’amministrazione telesina, “Nel rispetto dei principi sanciti dallo Statuto Comunale, ritiene doveroso prendere le distanze da quanto sta accadendo in Afghanistan e di sollecitare la Comunità Internazionale affinché attivi canali umanitari per mettere in salvo le donne e i bambini afghani, chiedendo alla Comunità Internazionale di agire in tutte le sedi, diplomatiche e operative, per salvare le loro vite e quelle dei loro figli”.

“Quello che accade in Afghanistan richiederebbe una riflessione di tutta la comunità internazionale – afferma l’assessore Filomena Di Mezza -. In questo momento però bisogna concentrarsi sulla condizione delle donne e dei minori che, dalle notizie che ci arrivano, sono in una situazione di forte pericolo. Come amministrazione, oltre a voler manifestare solidarietà, intendiamo sollecitare aiuti e una presa di posizione da parte del governo e delle autorità sovranazionali. Spero – insiste Di Mezza – che l’iniziativa abbia seguito presso le altre amministrazioni. Chi fugge per paura di essere ammazzato o segregato deve avere il sostegno di chi vive in un Paese libero, soprattutto se si tratta di donne e bambini”.


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