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Morti sul lavoro: una ferita aperta che non si rimargina

Scritto da il 01/10/2021

“La cronaca degli ultimi due giorni ci ha purtroppo catapultati nel cuore sanguinante dell’emergenza morti bianche nel nostro Paese: in due giorni ci sono state oltre dieci vittime da Nord a Sud del Paese. E la conferma dello stato drammatico di questa piaga, arriva con gli ultimi dati sul numero dei decessi da gennaio ad agosto: 772 vittime nel 2021. Numeri raccapriccianti che forniscono alle statistiche una media mensile drammatica della mortalità: quasi 100 vittime. Il 10% sono donne: madri, figlie, mogli e sorelle strappate alle loro famiglie”.

Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre, inizia così l’esplorazione dell’ultima indagine elaborata dagli esperti dell’Osservatorio mestrino che va oltre i numeri assoluti, preoccupandosi da sempre di far emergere il rischio di mortalità tra i lavoratori regione per regione. E lo fa con una zonizzazione a colori. Per fotografare, alla stregua della pandemia, l’emergenza morti bianche in Italia.

E così a finire in zona rossa nei primi otto mesi del 2021 con un’incidenza maggiore del 25% rispetto alla media nazionale (Im=Indice incidenza medio pari a 27,1 morti ogni milione di lavoratori) sono: Puglia, Campania, Trentino Alto Adige, Basilicata, Umbria, Molise, Abruzzo e Valle D’Aosta.

In Zona Arancione: Piemonte, Marche e Friuli Venezia Giulia.

In Zona Gialla: Lazio, Calabria, Emilia Romagna, Sicilia e Veneto

In Zona Bianca: Toscana, Lombardia, Liguria e Sardegna


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