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Provincia di Avellino lancia il docufilm “Codice Rosso”

Scritto da il 03/11/2021

Violenza di genere, percorsi di prevenzione e cura e sensibilizzazione ai rapporti domestici tra uomo e donna. È questo il tema che intende stimolare la Provincia di Avellino tramite il suo ufficio per la Parità. Il mezzo scelto è quello di un docufilm, “Codice Rosso”, presentato ufficialmente questa mattina a Palazzo Caracciolo.
A presentare l’opera il presidente della Provincia, Domenico Biancardi, la Consigliera di Parità della Provincia di Avellino, Vincenza Luciano, il Vice presidente Fausto Picone, il presidente della Commissione Sanità del Consiglio Regionale, Vincenzo Alaia, gli attori Rosaria De Cicco e Ciro Esposito, i registi Nicola Le Donne e Franco Nappi. A moderare gli interventi la giornalista del Mattino, Stefania Marotta. È la consigliera di parità, Vincenza Luciano, promotrice dell’iniziativa, ad entrare nel vivo dell’argomento: «Leggendo i dati prima e dopo il Covid relativo alle violenze sulle donne, capiamo che non viviamo più in un’isola felice. Probabilmente non lo siamo mai stati, visto che la violenza domestica contro le donne è un episodio grave e diffuso, ma che non sempre viene denunciato. E questo accade anche in Irpinia. Il docufilm che presentiamo oggi, “Codice Rosso”, serve a sensibilizzare soprattutto i giovani. L’approccio tra i sessi deve cambiare, spiega, non più in termini di possesso e di proprietà, ma di rispetto. Le donne vittime di violenza sono tantissime, violenza che può essere fisica, psicologica, economica, speriamo arrivi loro questo messaggio, di spronarle a chiederle aiuto. Leggiamo troppe volte di casi di femminicidio i cui segnali erano stati largamente annunciati, o già denunciati. Spesso infatti trascorre molto tempo da quando il Pm chiede la misura cautelare al Gip. C’è anche un altro problema, sottolinea la Luciano, ovvero l’assistenza ricevuta nei Pronto soccorso. Tra il 2017 e il 2018 ben 14 mila donne si sono recate nei Ps con diagnosi di violenza. Non tutti gli ospedali purtroppo si sono adeguati correttamente all’istituzione dei “percorsi rosa”. Le donne non vanno solo curate dal punto di vista fisico, ma anche da quello psicologico, occorre una svolta che le faccia uscire dal circolo vizioso dei loro aguzzini. Le donne lavorano poco e male, specie al Sud, e questo le rende schiave del proprio partner non avendo indipendenza economica».


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